La Sicilia ce la può fare? Questa, la domanda che il direttore del giornale “Cronache di Gusto”, Fabrizio Carrera, ha ripetutamente posto agli ospiti, suoi interlocutori, il 27 gennaio in occasione del “ Best in Sicily”; un riconoscimento nei confronti di chi produce eccellenze in territorio Siciliano, non solo nel settore enogastronomico ma anche in quello dell’accoglienza. Il premio è stato pensato e per gratificare quanti nell’anno trascorso si sono impegnati a raggiungere il meglio, ma anche per stimolare tutti i lavoratori del settore a fare sempre di più. Le risposte alla domanda del direttore sono pervenute da coloro che, con il proprio onesto lavoro, sfidando gli innumerevoli ostacoli di questa terra, sono riusciti ad emergere, a raggiungere un sogno. Fra i tanti intervenuti mi ha colpito, particolarmente, l’intervento del Sig. Ganduscio, produttore di arance di Ribera, il quale ha raccontato la sua esperienza svelandoci come è riuscito a far diventare grande la sua azienda.Intuito (a capire le esigenze dei consumatori) e intraprendenza lo hanno catapultato, addirittura nel lontano 1998, in televisione dove, in compagnia di due chef Palermitani, ha proposto un menù tutto a base di arance, (dando lo spunto, tra l’altro, a tutta una serie di programmi televisivi incentrati sul cibo), catalizzando l’attenzione sulla sua azienda. Su una cosa ha posto l’accento il sig. Ganduscio; la Sicilia che detiene il primato italiano nella produzione di arance, paradossalmente è quella che ne consuma di meno! Cosa ci offrono, a fine pasto, i ristoratori della nostra bella terra? Tanti buoni dolci, questo non possiamo negarlo ma, se qualcuno volesse frutta, ci propinano ananas: al naturale, al maraschino, con lo zucchero, senza zucchero, a cubetti o a barchetta (che fa tanto scena) ma mai, dico mai, che ci offrano un bel piatto di arance, magari flambè!
E allora io vorrei porre un’altra domanda per cercare insieme a voi, una risposta:- da cosa dipende il benessere di una Regione?
Premessa la potenzialità della stessa, e per potenzialità intendo: risorse eccellenti, luoghi di interesse, patrimonio storico, clima vantaggioso e terreni fertili che danno vita a prodotti magnifici, sicuramente quello che ci vuole è, in primis, un buon governo che aiuti e non ostacoli le attività economiche che incentivi e non scoraggi i giovani a mostrare e a concretizzare nuove idee ma dipende anche da noi cittadini, nello specifico consumatori che, senza voler escludere l’utilizzo sporadico di prodotti che non appartengono alla nostra terra dovremmo utilizzare di più, anche usando un pizzico di fantasia, quella che la nostra bella Sicilia ci offre e, credetemi, non è poco!
E adesso, prima di conoscere i vincitori del Best in Sicily 2014, ho voluto rendere omaggio alla mia terra (e al sig. Ganduscio) con un dessert che profuma di Sicilia!
Ingredienti per 4
300 g di ricotta di pecora
100 g di zucchero
il succo e la scorza di un’arancia
40 g di uvetta sultanina
1 bicchierino di rum
2 uova
un baccello di vaniglia
1 pizzico di sale
Mescolate vigorosamente la ricotta con lo zucchero e aggiungete il succo e la scorza dell’arancia. Inserite le uova, leggermente battute, la vaniglia e il pizzico di sale. Per ultimo unite l’uvetta sultanina lasciata a macerare in poco rum.
Imburrate e infarinate (con farina di riso) 4 stampini usa e getta e travasate la crema.
Infornate ( forno già riscaldato a °C 200) per circa 15 minuti e poi abbassate a °C 100 per circa 35 minuti. Non dovrà colorarsi ma rimanere piuttosto bianco e ancora tremolante.
Fatelo freddare per circa mezz’ora a temperatura ambiente e poi frigo fino al momento di servirlo. Prima di sformarlo riscaldarlo velocemente sopra ad un fornello.
Servitelo accompagnandolo con delle arance caramellate e sfumate con poco rum.
E adesso eccovi l’elenco dei vincitori ma, se volete saperne di più, fatevi un giro da Cronache di gusto.
Approfitto della mancata presenza di glutine per offrire questo tortino alle amiche del Gluten free(fri) day
Fabiana-fabipasticcio dice
Credo che l’Italia sia piena di eccellenze alimentari e non tutti gli italiani le conoscono, purtroppo.
Non è questione di diventare talebani in cucina e a tavola, però è bene ricordare che i cultivar delle regioni sono legati al territorio e alle ricette e alla alimentazione.
Ce ne dimentichiamo, purtroppo.
Una ricetta meravigliosa davvero che ha arricchito un prodotto eccezionale.
Bravissima
Al prossimo venerdì senza tra ricette e sorrisi 😀
Sonia dice
gran bel post! gran bella ricetta, grazie! Buona settimana, Sonia
Glu-fri dice
Penso sinceramente che la cucina sicicliana sia tra le migliori del mondo, che racchiude alta cucina d tradizione popolare nella stessa cultura del cibo e che ci sianno dei prodotti straordinari. Sicuramente l’ananas è un controsenso…come tanti altri. La cucina siciliana e i suoi prodotti meriterebbero un capitolo e se nelle strategie di diffusione del “made in italy”…per quel che ne resta di questa etichetta, perchè si sta facendo di tutto per bistrattarla.
Come ti immagini non posso non apprezzare questo dolce che sa di Sicilia!.
Michela dice
Io non ho dubbi sulla risposta alla domanda! E non ho neppure dubbi su cosa scegliere a fine pasto in un ristorante palermitano. Arancia sia! E infatti l’ultima volta me la sono pappata!
Siamo in tanti ormai a raccomandare di tornare a consumare prodotti del territorio. Frutta e verdura di stagione a Km zero, o poco più.
Speriamo di contagiare sempre più persone!!
clara - ladri di ricette dice
Cara Fina condivido le tue riflessioni. I racconti di chi ce l’ha fatta, seppur con tanti sacrifici, danno speranza, accendono una luce. Ascoltando le testimonianze a Best in Sicily ho avuto fiducia nel fatto che se ci credi davvero in quello che porti avanti, ce la puoi fare. Ciascuno di noi, nel proprio piccolo e poi tutti insieme, per far sapere a tutti le meraviglie che abbiamo in quest’isola. Un po’ come hai fatto tu con questo dolce tutto siciliano che ti ruberò quanto prima. Un bacio.
Forno Star dice
Bellissimo post ed è bello premiare chi ha lavorato bene. Mi dispiace non essere potuta intervenire, ma dai vostri racconti è quasi come se ci fossi stata.
Una cosa devo chiederti, nella ricetta, che mi fa impazzire, parli di farina, ma negli ingredienti non la menzioni… e comunque, che farina hai usato?
Grazie cicci :*
L'avvocato nel fornetto dice
Grazie Stefi per avermelo fatto notare! Non ho aggiunto farina nell’impasto ma solo per spolverare gli stampini (quindi non l’ho menzionata) ed ho usato quella di riso. Solitamente, per fare questa torta aggiungevo anche pochissima farina nell’impasto ma ho provato senza e il risultato è stato comunque ottimo
Forno Star dice
Grazie mille tesoro 🙂
Claudia Magistro dice
Esimio avvocato,
credo di potere asserire che la conferenza dedicata alle premiazioni di Best in Sicily abbia rinvigorito tutti noi che, per scelta, siamo rimasti in questa terra. Io mi sento più ricca e meno sola.
grazie per questa tua ricetta tutta siciliana e per la tua testimonianza
:*
Cla.