Ma dove è scritto che per pubblicare una ricetta si deve necessariamente scrivere qualcosa, al di là degli ingredienti e della modalità di preparazione, che riempia la pagina in questione? Io oggi non ho alcuna voglia di scrivere e piuttosto che scrivere banalità mi concentro direttamente sulla ricetta. Mi piacerebbe però fare una specie di minisondaggio fra i miei lettori. Quanti di voi dopo avere, più o meno, sbavato davanti la foto, si soffermano sul cappello introduttivo e quanti, invece, passano direttamente a leggere la ricetta. Vi va di rispondermi?
Ingredienti per 2
6 piccole foglie di verza
100 g di orzo
1 patata viola (circa 100 g)
1 cipolla
1/2 cucchiaino di semi di cumino
2 cucchiai di salsa di soia bio
2 cucchiai di olio di oliva
Lessare le foglie di verza pochi minuti in acqua leggermente salata. Scolarle e asciugarle per bene.
Cuocere l’orzo seguendo le indicazioni di cottura in acqua poco salata. Scolarlo e condirlo con un cucchiaio di olio. lessare anche la patata e una volta cotta pelarla e tagliarla a piccoli cubetti.
Ridurre la cipolla a piccoli cubetti e saltarla in padella con l’olio rimasto e i semi di cumino . Aggiungere un poco di acqua e farla appassire a fuoco basso. Quando sembra totalmente disfatta aggiungere le patate, l’orzo e la salsa di soia. Mescolate bene e dividete questo composto nelle foglie di verza. Per facilitare l’operazione potete utilizzare, se ne siete in possesso, di quelle teglie di silicone per i muffin inserendo in ogni “buco” una foglia pronta ad accogliere il ripieno.
Con l’aiuto di uno stuzzicadenti richiudeteli e infornateli per circa 10/12 minuti a forno caldo (°C180).
Trascorso il tempo fateli leggermente intiepidire e sformateli delicatamente.
Nota. Trattandosi di un piatto Ligth difetta di un qualsiasi legante (tipo uovo o formaggio) al suo interno di conseguenza tenderà a “rompersi” con molta facilità senza compromettere, in ogni caso, la bontà. Se la linea non rientra fra le vostre priorità potete aggiungere del formaggio tipo fontina o cheddar.
Per me l’introduzione è importantissima. A volte, invece leggo solo quella. La ricetta non sempre mi interessa, ma le storie, se ben scritte, mi piacciono. Se invece è un cappello noioso e forzato, scritto male, vado direttamente alla ricetta.
Ti ho risposto?
E oggi tutti abbiamo letto il tuo cappello… un po’ meno la ricetta che nessuno ha commentato 😀
Quindi non ti è piaciuta?
Io leggo tutto, a meno che non è troppo lungo.
Il cappello introduttivo secondo me ci vuole, personalizza l’articolo, rende diversa la ricetta, fa la differenza tra Te e una qualunque rivista o un’enciclopedia della cucina 😀
I lettori possono seguirti per molti motivi, ma quando gli dai ragione di leggerti, questo può fare la differenza. A scrivere solo ricette son bravi tutti, a fare contenuti un po’ meno ;).
Grazie Mela
Non sta scritto da nessuna parte che tu debba dare necessariamente una intro alle tue ricette, dipende da come tu hai impostato il tuo blog e come hai abituato chi ama passare di qua …c’è chi guarderà solo le foto( non è il mio caso), chi leggerà il tuo post ( è il mio caso) e chi invece si fonderà diritto a leggere anche solo la ricetta ( è il mio caso dopo aver letto il post….. ) ….. Però nel mio caso di fatto c’è che passo quando vedo che una tua ricetta Mi ha incuriosita tanto come oggi per esempio…baciiiii.
Grazie Flavia!
Ti rispondo subitissimo!!!!! Raramente leggo tutto il post. Se mi interessa il piatto vado direttamente alla ricetta. E penso che dal mio blog si capisca. Difficilmente scrivo qualcosa che vada oltre una breve presentazione della ricetta. A meno che non si tratti di qualche curiosità riguardante uno degli ingredienti. Baci!
Grazie Ale
sono d’accordo, se mi piace il piatto e la relativa foto vado dritta agli ingredienti e alla preparazione al fine di comprendere se posso cimentarmi. Ritengo che l’introduzione vada fatta se ti ricorda particolari emozioni o sensazioni, o se invece quel piatto (magari dolce) è stato preparato per una persona particolare. Baci..sei grande e diretta come sempre.
Foto e ricetta captano la mia attenzione. Raramente l’introduzione riesce a catturarmi. Se è lunga poi, la salto direttamente quasi con un senso di colpa nei confronti di chi comunque ci ha messo del tempo a scriverla…
Grazie Cristina
Grazie Pippi!