Oggi, 13 dicembre, è d’obbligo il post sulla cuccìa, dolce tipico siciliano che imbandisce le nostre tavole in questa giornata che, dovrebbe essere di penitenza alimentare ma che si rivela, in verità, una delle giornate che più mette a rischio il nostro apparato digestivo. Infatti, oltre alla cuccìa, riccamente condita con crema di ricotta e/o cioccolata, si usa consumare arancine, panelle, zuppa di ceci, gattò di patate, etc.. In un paesino delle Madonie (Castelbuono), per esempio, la cuccìa (in questo caso, detta “dei poveri”) si consuma salata ovvero si cucinano insieme grano e ceci, poi, entrambi ben scolati, si mettono a friggere con olio e conditi con sale e pepe. Ma questa è un’altra storia! Passiamo al dolce.
Ingredienti
500 g. di grano
2/3 foglie di alloro
Ingredienti per la crema
1 kg di ricotta di pecora
1 cucchiaio di estratto di vaniglia
600 di zucchero semolato
100 g. di zuccata
100 gr. gocce di cioccolato
100 gr. di bucce di arancia candite
cannella q.b.
Il grano viene messo in ammollo giorno 10 sera, giorno 11 si cambia l’acqua e il 12 sera si sciacqua e si mette a bollire.
Nella foto successiva potete notare la differenza fra il grano prima e dopo l’ammollo di 24 ore.
La mia mamma lo cucina per 3/4 ore, io ho utilizzato, per sveltire l’operazione, la pentola a pressione con l’aggiunta di 2 litri di acqua e, per il tempo, considerate 1 ora abbondante dal fischio della pentola. Trascorso il tempo necessario per sfiatare il vapore, apro la pentola, dò una mescolata e richiudo bene, avvolgendo la pentola con una coperta fino al mattino successivo. Il liquido viene quasi tutto assorbito, ne rimarranno cira 2 dita che verrà assorbito durante la notte. Si presenterà così
La mattina del 13 si scola del tutto (una sorta di cremina) e si comincia a condire con la crema di ricotta. Personalmente, acquisto la ricotta giorno 11, la metto a scolare per 24 ore, giorno 12 aggiungo lo zucchero e la lascio fino alla mattina successiva. A questo punto, si passa al “crivo”, un setaccio con una retìna molto fitta che in Sicilia gli artigiani realizzano ancora avvolgendo, appunto, la retìna, con una fascia di legno.
In alternativa, potete frullarla ma ricordatevi che la crema si “strapazza” e il risultato finale perde un pò. Quando è tutta passata cominciate a condirla con la zuccata, le scorzette tagliate a piccoli quadrotti e le goccine di cioccolata.
Adesso può avvenire il “matrimonio” con il grano cotto, già raffredato (se caldo, tende a liquefare la ricotta). E’ chiaro che, a questo punto, interviene il vostro gusto personale; io, per esempio, abbondo con la crema ma c’è chi preferisce sentire di più la presenza del grano …. de gustibus non disputandum est. Completate con spolveri di cannella. Tradizione vuole che la mattina del 13 si preparino tante porzioni di cuccìa per regalarla ad amici e vicini di casa. Come vi ho accennato sopra, in ogni città siciliana si condisce in modo diverso, nel trapanese si fà con vino cotto, nel siracusano si condisce con miele, mentre la crema di ricotta è “cosa nostra“. A casa mia si fa anche con una cioccolata molto densa, per accontentare i ragazzi. Ed ecco il risultato finale
rc helicopters dice
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L'avvocato nel fornetto dice
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Cristina dice
Bella!! Per me è il primo anno con crema di ricotta e fra questa e la versione cioccolattosa non saprei proprio quale scegliere … Adesso vado ad aggiungere la cannella però 😉