Non è che la passione per la cucina sta influenzando e/o segnando a vita la mia famiglia?
Questa riflessione nasce dalla circostanza che, più o meno da due anni a questa parte, i regali che ricevo da loro, sono a senso unico: planetaria, fornetti vari, teglie strane, mattarelli, grembiuli da cucina, spezie esotiche e, sopratutto, libri di cucina. Del resto come potrebbero azzardarsi ad uscir fuori dal seminato se, io stessa, quando devo farmi un regalo o quando sono in viaggio, non cerco quello che cercano la maggior parte delle donne ossia profumi, gioielli, abbigliamenti vari no, io vado sempre alla ricerca di qualcosa che, in un modo o nell’altro c’entra con il cibo. Lo ammetto e chiedo loro pubblicamente scusa, certe volte divento stressante. Sapete cosa mi sono portata dietro dall’ultimo viaggio in Germania? Il cono, quello in acciaio, che si usa per travasare le creme o le mousse nelle piccole tartellette. La cosa assurda è che, non potendolo mettere in valigia, l’ho ficcato in borsa per tutto il viaggio e, quando nei bagni degli aeroporti le altre donne tiravano fuori dalla borsa spazzole e rossetto io, con fare guardingo, stringevo la borsa e mi dirigevo all’uscita. Per non dirvi poi al controllo bagagli………………… immaginatevi per un attimo il poliziotto che esce fuori stò cono e io che cerco di spiegare, in italiano a un tedesco, che cosa è quello strano oggetto…..una barzelletta!!
Ritornando ai regali, per Natale mio figlio mi ha regalato un bellissimo libro dal quale già ho tratto diverse ricette, tutte riuscite splendidamente. Questo è il titolo – Come si fa il pane- di Emmanuel Hadjiandreou
E il pane che oggi vi propongo è questo
Ingredienti
120 g di nocciole tostate tritate grossolanamente
60 g di uvetta
375 g di farina per pane (250 di farina 0 e 125 di farina w400)
6 g di sale
140 g di lievito madre (il mio rinfrescato con w 400)
250 ml di acqua calda (non bollente)
Per la lavorazione anche se sono in possesso di una planetaria, ho impastato a mano seguendo il consiglio dell’autore del libro e anche sfruttando le tecniche acquisite nei corsi di Adriano.e Paoletta.
1) Assemblate gli elementi secchi con l’acqua dove avrete sciolto il lievito madre. Senza impastare ulteriormente coprite l’impasto e lasciate riposare per 10 minuti.
2) A questo punto nella ciotola stessa , tirate un pezzo di impasto di lato e premetelo al centro, seguite con il pezzo a lato fino a completare il giro e ripetete l’operazione per 8 volte*. Fate riposare l’ impasto per 10 minuti.
3) Ripetete la sequenza di cui al punto 2 per altre 3 volte.
A questo punto l’impasto avrà preso consistenza.
4) Coprite l’impasto (che è ancora nella ciotola) per 1 ora.
5) Trasferite l’impasto su un piano di marmo o di legno infarinato e sgonfiatelo delicatamente.
6) Trasferitelo in un cestino spolverato di farina e coprite in attesa che triplichi il volume (il tempo dipende dalla forza del lievito e può variare dalle 3 alle 6 ore).
7) Trascorso il tempo necessario, accendete il forno a 240° inserite una teglia vuota nella parte più bassa a contatto con la base e, se la possedete, anche una pietra refrattaria, altrimenti la teglia dove dovrete poggiare il pane.
8) Infornate, mettete una tazza di acqua nella teglia sotto e abbassate la temperatura a 220°. Trascorsi 30 minuti controllate la vostra pagnotta e se ha un colore tipo questo
è pronta.
p.s. Per capire meglio questa operazione guardate il blog di Adriano. Si tratta delle pieghe del 2° tipo
p.s. Negli ingredienti fra parentesi troverete le mie modifiche
๓คקเ dice
Ciao Fina,
Grazie per avermi segnalato questo libro e grazie soprattutto per il tuo lievito madre, arrivato sano e salvo a Milano!!! 😀
E’ stato un grandissimo piacere averti conosciuta.
Un abbraccio!
L'avvocato nel fornetto dice
E la serie fortunata non è finita! Ieri sera ho sfornato un pane uvetta e cioccolato, da colazione, da urloooo. Mi fa piacere che il lievito, nonostante il trasferimento Palermo/Milano, sia arrivato in buone condizioni; spero di vedertelo utilizzare al più presto in qualche tua magnifica ricetta. Anche per me è stato un piacere (inaspettato) conoscere te, e anche Alessandra….vi considero (e non sono la sola) due icone nel mondo dei food blog. Pensa che quando sono tornata a casa, sabato pomeriggio, ho detto a mio marito – “ho conosciuto il Gota delle foodblogger, come se tu avessi incontrato Zanetti e Milito”, giusto per farmi capire! Grazie e spero di rivedervi presto